PAGINE RITROVATE, Libro d’artista
Pagine ritrovate è il nuovo progetto della Commissione Artistica della Permanente, che vede impegnati alcuni pittori nella realizzazione di un libro d’artista che verterà sul tema della memoria.
Il libro inteso in questo senso ha una peculiare funzione comunicativa, determinata sia dalla tecnica che dalla rappresentazione scelta, aspetti entrambi utili ai fini della trasmissione del messaggio. La sua caratteristica principale è la possibilità di toccarlo, manipolarlo e percepirlo attraverso tutti i cinque sensi, per poterlo fruire pienamente e comprenderne il significato: infinita è infatti la tipologia dei materiali e delle forme di cui può servirsi per esprimersi, attraverso un lavoro che risulta compiuto e complesso. Il volume sarà composto da 24 pagine, di 140x100 cm, e ognuno dei partecipanti al progetto ne avrà a disposizione tre.
Nel Cristianesimo, il numero tre è simbolico della Trinità e per questo è importante e sacro; in alcune filosofie antiche e sistemi di credenze, rappresenta completezza o perfezione. Pitagora considerava il tre, che è il primo ad avere un inizio, un mezzo e una fine, come il primo vero numero. Le tre pagine, dunque, simboleggiano la sacralità e la perfezione, nell'ottica di una relazione condivisa tra artista e riguardante mediata dal libro, che verrà realizzato nell’ambito di una performance della durata di 14 giorni, durante la quale il pubblico sarà protagonista come osservatore partecipe.
Ogni autore potrà approfondire il tema della memoria attraverso immagini di oggetti che sono stati significativi nel suo percorso e hanno rappresentato per lui un punto di approdo o di partenza del suo divenire. Sì tratta, dunque, di un'esperienza di arte relazionale, che permetterà di sperimentare il potere creativo della stessa in un contesto di trasformazione proficua.
Federica Mingozzi
Difficile è stabilire un punto fermo all’interno della propria vita, così come è complicato fissare definire dei passaggi importanti e significativi lungo il proprio percorso artistico che si presenta spesso in modo articolato, mutevole ed imprevedibile.
La ricerca artistica non è mai rettilinea ma al contrario si manifesta inevitabilmente in modo discontinuo e frastagliato. In questo difficile cammino si è portato a guardare avanti sempre alla ricerca di nuovi orizzonti espressivi e di visioni interiori che chiariscano e diano un senso alle motivazioni del vivere.
In questo particolare modo di confrontarsi con il reale, talvolta si è portati a voltarsi indietro, quasi per rassicurarsi di essere sulla strada giusta e di non aver preso una deriva incontrollabile.
Una ricerca di sicurezza e di solidità che solo il passato può darci l’illusione di controllare.
Immaginiamo di entrare in una vecchia soffitta abbandonata e tra tanti oggetti dimenticati e impolverati tentare di ritrovare le radici della propria storia che ci appare però indistinta e come stratificata in una serie ininterrotta di ricordi che improvvisamente ritornano in superficie in modo confuso ed irrazionale.
Da qui la necessità di mettere ordine e di recuperare una memoria del passato sentito come un valore positivo, come pagine ritrovate di un percorso che vogliamo fortemente riannodare, nella speranza di superare questo momento della nostra storia, così drammatico e doloroso.
Questo il senso della mostra della commissione artistica di quest’anno.
La commissione artistica: Carlo Catiri, Davide Ferro, Massimo Romani.