mercoledì 23 marzo 2011

VARESE 2010 - PALAZZO NICOLINI - TO LOVE MONEY OVER EVERYTHING!

Visualizza il video della mostra eseguito da ARTE-VARESE (La6 TV)
... e quello eseguito da Antonio Messina


La mostra vuole rappresentare attraverso immagini che fanno parte del nostro vivere quotidiano, ed apparentemente concilianti, gli opposti che esse stesse rappresentano,  e di aprire nella mente dello spettatore che vorrà approfondirne la lettura, una porta immaginaria verso il pericolo della soprafazione dell'effimero.
In una società contemporanea, dove tutto è misurabile dal denaro, e dove spesso si ha la sensazione che non solo il materiale ne sia soggiogato, ma anche l'immateriale, la parte più unica che contraddistingue l'individuo, il denaro, ha per me il valore simbolico di rappresentare il pericolo di una vasta decadenza culturale, e per opposto il degrado che la sua mancanza ne produce.
Non voglio rappresentare graficamente la povertà, la violenza fisica o psicologica, il degrado ambientale, ma neppure la bellezza generata solo ed unicamente dalla manipolazione della ricchezza, la sensazione di potenza quasi divina ed il sogno di felicità, ma voglio far riflettere su che cosa genera ciò per cui tutti noi ci affanniamo, viviamo e a volte moriamo: Il denaro.
Lo scelgo con cura,  specialmente nelle valute che maggiormente evocano in me l'immagine della potenza economica e del sistema capitalistico.
Lo accumulo, in un gesto che fa parte ormai della nostra vita quotidiana, lo accartoccio volutamente in segno di ribellione, quasi in un gesto di sopraffazione e di rivincita interiore e lo metto in scatola, quasi come un prodotto o una reliquia della società contemporanea e per il gioco degli opposti gli appongo la mia impronta, per ricordare che in questo reliquiario non c'è nulla di divino ma solo la debolezza dell'uomo e gli dedico con un carattere volutamente spigoloso il mio amore ed il mio proselitismo.
Il formato dei singoli lavori è ridotto, leggero, trasportabile, spesso mai superiori al 50 x 50 ed hanno una loro percezione tridimensionale e materica, che interagiscono con la luce e con l'ambiente circostante, che hanno una loro presenza reale e che si compongono in una sorta di spazio devozionale nel tentativo di coinvolgere lo spettatore in un momento di riflessione ludica e scanzonata.

I lavori sono eseguiti su ritagli di tele grezze, senza spessore alcuno, o tele montate su spessi telai che fanno da supporto a scritte, didascalie e a volte ulteriori figure che soverchiano l’ordine dello stesso quadro. I telai sono eseguiti da me, in modo grezzo, irregolare, a volte cucendo le tele, assemblando ritagli, unendo legni. Le tele in siffatta maniera enfatizzano il “mal fatto”, o meglio in questo caso il “mal scritto” e ancora una volta contravviene in antitesi la forma del quadro classico (regolare, ben fatto da incorniciare in modo regolare) a quanto appunto scritto: il tutto nega l’apparenza, il tutto è il contrario di tutto, quello che sembra e il suo opposto.

                   











Vista dell'installazione al piano terra

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